Continuano le pressioni dei pentastellati sul ministro Tria affinché vengano predisposti i decreti per i rimborsi ai risparmiatori destinatari di truffa. Adesso però il fuoco di fila parte anche dal fronte leghista, con proprio Matteo Salvini a scagliare il primo attacco. “I soldi ci sono, sto aspettando, come tanti italiani truffati, che la burocrazia del ministero dellEconomia partorisca i decreti attuativi perché la gente ha fretta, i mutui non aspettano, le tasse non aspettano. Facciano in fretta”.
Tria sotto attacco, Salvini: “Partorisca i decreti”
Quello che appare nelle ultime ore è la scena che ritrae un ministero Tria continuamente bersagliato da più parti in merito ai decreti. Sul tema Salvini minimizza: “Non mi sembra. Se ciascuno fa il suo lavoro non deve avere nessun timore”. Nel frattempo però il ministro dellEconomia non subisce e basta, usando toni forti: “Da me subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano”. Tria parla poi di violazioni della privacy, chiedendosi anche “chi è che passa ai giornalisti queste cose”. Sullipotesi di rassegnare le proprie dimissioni da ministro dellEconomia, Tria invece è categorico:”Sciocchezze. Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati”.
“Sta per iniziare a Roma il pre-consiglio. Confido che nel decreto crescita ci siano anche le norme per quanto riguarda i truffati. Ma qui si tratta di uniniziativa che compete al ministro Tria a cui ho già chiesto di adottare presto un decreto con le norme che consentono un celere risarcimento, è un impegno del governo”. Queste le parole del premier Giuseppe Conte durante la sua visita allambasciata dItalia in Qatar. “Tutti i ministri devono stare tranquilli, noi dobbiamo tutti lavorare, i cittadini chiedono con urgenza di lavorare nella direzione del piano delle riforme. Invito tutti i ministri a non lasciarci distrarre da timori o preoccupazioni. Leggo su alcuni giornali di dimissioni o strane richieste, non cè nessuna dimissione o richiesta di dimissioni allordine del giorno”.